Avevo 15 anni allo scoppio della Guerra dei Sei Giorni. Ora siamo a circa 20805 giorni da quella data del 1967. 20805 giorni (57 anni) a confronto con quei 6 Giorni.
E se domani scoppiasse una pace anziché una guerra?
Se questo accadesse, subito dopo una domanda.
Perché non prima la pace? Questioni di geopolitica, di equilibri mondiali, di contese territoriali, di interessi economici, di sfere di influenza. Ma anche di MIO e di TUO. È MIO, no è MIO dicono i bambini. Ci sta. Ma a parte che il gioco è bello quando dura poco. Quel gioco infantile se dura da grandi è dramma, sangue, morte. Mostruosi bambini adulti ripetono quel gioco che a quel punto assume il tragico nome di GUERRA. Ogni guerra, ogni cupidigia, ogni prepotenza, ogni sopraffazione ha alla radice una realtà semplice. Ogni smodato desiderio di arricchimento, ogni ostentazione di triste e inutile lusso, ogni superbia oppressiva, ogni furto di salari e stipendi (sempre bassi, ontologicamente bassi) ci dicono è MIO, è MIO!!!
San Paolo diceva, quando ero bambino ragionavo da bambino ora che sono grande ragiono da grande.
Le ragioni dei confliggenti israeliani e palestinesi ci sono note. E sono realtà dure da descrivere. E ci sono responsabilità da dover interessare Corti internazionali. Da scrivere e riflettere per decenni se bastassero. Questa è la realtà dei fatti dolenti e insanguinati. Ma c’è una realtà previa che ci dice di una Sapienza smarrita, di una mente adulta abortita, di un’intelligenza offuscata, di un senso di umanità perduto. Una realtà previa che diversifica il dolore tra i contendenti, che lo rende alternativamente nobile e degno di rispetto o ignobile e degno di essere sfigurato, calpestato, ignorato e vilipeso.
I bambini/adulti mostri non sanno che il DOLORE è uno, ovunque lo si incontri.
E SE DOMANI un raggio cosmico colpisse questi mostri non per ucciderli ma per trasformarne la psiche sarebbe FESTA CIVILE da collocare prontamente nel calendario!!!
4 giugno 2024 by Penna a sfera

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