Storie di animali randagi e di umani altrettanto randagi.

KING
Dicono che io sia un cane “QUASI”, quasi pastore tedesco, quasi “forse” belga, quasi alsaziano, di fatto credo di essere un cane italiano.
Sarò un immigrato?
Anni fa prima di andare ad abitare con Alberto sono stato arrestato. Io non ho avuto un avvocato come voi umani e ancora non so perché sono stato arrestato, penso perché giravo per strada e la gente aveva paura. Ma ho vissuto in cella insieme a tanti altri cani e sì che quando avevamo fame facevamo molto casino, finché non arrivava qualcuno a portarci ciotole con cibo e acqua. In alcune giornate venivano delle persone a guardarci .
Non so se ci guardavano perché eravamo buffi o se volevano qualche altra cosa.
Parlando col quasi maremmano della cella accanto ho capito che quelle persone venivano lì per portarci via. La chiamavano
adozione.
Io sono un cane grande non so quanti anni avessi quando ero in carcere . Ma
non ero un cucciolo e tutti sceglievano cuccioli. Una mattina ero un po’ addormentato ho sentito una voce di uomo che mi chiamava con dolcezza. Bello bello…
Mi chiamava, l’ho guardato ho visto un signore magro con tanti capelli bianchi e tanti segni sulla faccia, chissà se si era fatto male.
Aveva un bastone ma era un bel signore alto e con gli occhi molto dolci, dopo è sparito e ritornato e mi ha fatto uscire di prigione(forse era un avvocato). Insomma alla fine io sono andato a vivere con Alberto che ho capito essere un signore molto molto anziano. Facevamo lunghe passeggiate e io andavo piano, ho capito che non dovevo tirare altrimenti Alberto cadeva.
Siamo stati bene insieme, Alberto era una persona tranquilla io sono un cane tranquillo, mi piaceva stare vicino alla sua poltrona quando lui vedeva la televisione ,ma con il tempo Alberto sembrava sempre più stanco, una mattina sono andato da lui pensando alla mia ciotola di crocchette e lui era fermo dormiva, ho provato a dargli qualche strofinata col muso ma lui continuava a dormire poi è arrivata della gente e la signora che era sempre con lui, credo che si chiami Badante, lei mi ha accarezzato la testa e mi ha detto che Alberto era morto. Io non so cosa significhi che Alberto era morto, per me ha significato solo che Alberto non l’ho visto più. Ma credo che tutti abbiano pensato che l’abbia ucciso io, perché mi hanno arrestato di nuovo, sono tornato in carcere.
Una mattina di nuovo però è venuto qualcuno per me, questa volta era un ragazzone alto un po’ grosso con due occhi buoni insieme ad altre persone che avevano una strana divisa come la sua, verde con bande gialle, ho capito poi che erano Vigili del Fuoco.
Mi hanno preso con loro e il ragazzone mi ha dato nome King che credo significhi re, e, mi ha detto che mi avrebbe addestrato a fare una cosa molto importante, trovare persone, salvare persone. I ragazzi con la divisa verde gialla erano molto contenti di me, cominciai a fare esercitazioni e se ero bravo ogni volta mi regalavano cibo e biscottini.
Imparai a sentire bene molto bene gli odori degli umani e a riconoscerli, mi facevano fare strani giochi per abituarmi a riconoscere la persona che indossava una maglietta ed io ero bravo, indovinavo sempre e il ragazzone mi carezzava e mi dava il premio e poi mi faceva dormire con lui.
Un giorno pioveva tanto, ma tanto e dopo qualche giorno di pioggia continua io ero nella grande casa con gli amici in divisa del ragazzone, che chiamano caserma. Ad un certo punto il ragazzone e gli altri si sono molto agitati, hanno indossato stivali, preso torce e mi dicono “andiamo King andiamo”,.
Con me c’erano altri cani che come me vengono presi e fatti salire su un furgone, ho paura che mi portino in prigione.
Parlavano di una cosa della terra che era venuta giù per la tanta pioggia e che c’era qualcuno umano che forse era sotto terra e fango e che dovevamo andare . Sentivo solo il suono delle sirene e tanta confusione ed ero preoccupato, e se non l’avessi trovata questa persona? E se non ero così bravo come loro pensavano? D’altra parte sono stato in carcere due volte potrei non essere adatto.
Siamo arrivati e pioveva e pioveva tantissimo non smetteva mai, mi hanno fatto uscire dal furgone insieme ai miei compagni e il ragazzone mi chiamava, dai King!! Dai King!!!
Io ho cominciato ad annusare nell’aria tanti odori confusi, di fango , di terra , di acqua, all’inizio ero spaesato provavo ad annusare ascoltando il vento l’aria per capire se tra i tanti odori avessi potuto riconoscere l’odore di un umano.
Sì, sì, sì, sento qualcosa, abbaio al ragazzone, giro in tondo al fango, alla terra perché sì, sentivo qualcosa , mi avvicino seguendo l’aria e mi fermo , sì, sì sentivo l’umano sotto il fango!!!
Ho cominciato a scavare con le zampe, ho sentito un odore più forte e anche un rumore lontano, forse poteva essere una voce, ma quell’odore lo sentivo, era l’odore di una persona, era l’odore di un’umana o di un umano e lo riconoscevo e ho cominciato ad abbaiare una volta 2 .. 10 volte.
Il ragazzone e i suoi compagni sono arrivati, hanno cominciato a scavare e anche io scavavo scavavo e si è vista una mano, una mano con tante pieghe come quelle di Alberto e poi dei capelli bianchi e una voce flebile che diceva aiuto.
Il ragazzone e i suoi amici e delle persone con il camice bianco hanno tirato fuori dal fango una signora piccola piccola, con i capelli bianchi, era una signora grande come Alberto, con tanti segni sul viso.
Abbaiavo, abbaiavo perché ero contento, sicuramente mi avrebbero fatto un regalo e mentre la signora coi tanti capelli bianchi veniva messa su una specie di letto con le rotelle, ha alzato la mano verso di me come se
volesse accarezzarmi e io ho pensato non ti preoccupare mi daranno cibo ora.
Tutti i compagni del mio amico ragazzone erano contenti e mi dicono bravo King sei forte, bravo King mi davano pacche sul sedere . Il ragazzone mi ha dato anche cibo e biscottini, i suoi amici tutti contenti hanno detto “stasera andiamo a farci tutti una birra”.
La pioggia stava rallentando e la sera mi ritrovai con il ragazzone e i suoi amici in un locale. Il proprietario gli disse “qui il cane non può entrare”, il ragazzone gli ha risposto “questo” non è un cane questo è King ed entra dove vuole!! A quel punto ho capito che non mi avrebbero arrestato questa volta perché la signora era viva e che io ero diventato un cane speciale.
Nonostante il carcere ho imparato che la vita può sempre cambiare, anche per un cane randagio che è stato in prigione, forse anche per un umano che è stato in prigione.

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