
Ore 5.00, il caffè in mano e uno sguardo dal terrazzo.
Nebbia!!! Non sembra di stare a Roma, anche se io sono vicino al mare e questo fenomeno non è raro.
Ma oggi è la giornata che dedichiamo a chi non c’è più.
Ripenso a quante volte ho guardato la nebbia con mio padre e mia madre.
Mio padre era divertente e spiritoso, soprattutto conosceva l’alba perché ha lavorato di notte per anni.
Spesso all’alba tornava a casa, mia madre preparava un caffè che prendeva prima di mangiare qualcosa e prima di andare a dormire raccontava la sua notte che viveva con la gente della notte, dunque aneddoti e scenette improbabili tra puttane e poliziotti e magari qualche ladro.
Per me il giorno e la notte spesso non avevano un confine, la
notte si tuffava nell’alba ed era anche il momento del nostro stare insieme, prima che io uscissi per lavorare, mia madre si occupava della casa e mio padre dopo aver letto il quotidiano andava a dormire.
Questa alba è questa nebbia mi riporta il ricordo come fosse vivo, sembra quasi di sentire la radio in sottofondo, le loro chiacchiere, sentire le fusa del nostro gatto rosso che aspettava le crocchette.
La mente ricostruisce realtà passate, i nostri morti riusciamo a vederli, sento l’odore di vaniglia di mio padre, era un bravissimo pasticcere, sento il fumo della sigaretta di mia madre e il gorgogliare della moka.
È tutto torna vivo, perché questo lo chiamiamo il giorno dei morti?
Sono ancora tutti così vivi!!!
2 novembre 2025 🐈⬛gattapazza


Lascia un commento