
Questo libro è stato pubblicato la prima volta nel 1961.
L’ho letto più tardi quando avevo “quasi” l’età della ragione.
Era un libro per ragazzi, eppure ancora oggi non l’ho dimenticato, ero forse piccola, mi spavento’ e angoscio’ moltissimo.
Leggevo e mi sembrava tutto assurdo, soprattutto la straziante storia della piccola protagonista.
Secondo me andrebbe riproposto nelle scuole, perché non è un vecchio libro, datato, e’ un racconto spaventosamente attuale.
Nel profondo di noi stessi ci diciamo che no!
L’uomo non sarà così folle da ripetere quella follia.
Ci autorassicuriamo, mentre un’altra parte intima di noi (non tutti purtroppo), ci dice che non c’è limite alla follia bellica e rabbiosa degli uomini.
Il mondo si limita a commemorare, quell’evento terribile e disumano,
Le morti atroci, la sofferenza di quelle persone.
Commemoriamo come se farlo possa esorcizzare un pericolo che è reale, che non voglio nemmeno nominare.
Commemoriamo, impotenti, chi può prega, o, spera, che non succeda più.
Frase trita e ritrita dei potenti.
“La memoria serve a non commettere gli stessi errori”.
Una cazzata, scusate il francesismo, per ammorbidire una situazione mondiale, vacillante e pericolosa.
La memoria non basta a cambiare e a placare la folle rabbia degli uomini.
Purtroppo!
Di seguito una brevissima presentazione del libro.

6 agosto 2024. 🐈⬛gattapazza

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