
Il FONDAMENTALISMO RELIGIOSO così come si configura attualmente è il pericolo più grande per le religioni o fedi di riferimento fino alla loro perdita di senso.
Prima di scendere nello specifico legato alle religioni, osserviamo il contesto socio culturale generale che funziona come un segnalatore ampio del fenomeno nella società, nella cultura, nella politica, nei rapporti tra gli stati.
In questi ultimi decenni nel mondo si sta manifestando un atteggiamento “fondamentalista” che si concretizza in una aggressività maggiore nei rapporti sociali, nella comparsa di forme ideologico – culturali molto rigide, schematiche, superficiali, per nulla interessate a un confronto e a un dialogo ma, antagoniste fra di loro e col resto del mondo per affermare il proprio “credo” e i “propri valori”.
Nei social appare evidente l’aggressività, il pregiudizio, la faziosità, la falsità delle notizie, fino all’annientamento intellettuale di chi non si allinea ai vari input dogmatici.
In politica la deriva “fondamentalista” sta portando alla costruzione di ideologie in parte indefinite, ma accomunate dalla forte esaltazione del proprio campo ideologico e alla squalifica di quelli degli altri.
Soprattutto nei rapporti fra gli stati ciò si manifesta assumendo come base ideologica, con varie sfumature, la RELIGIONE.
La dinamica è : siamo meglio noi, è meglio la nostra fede. È quella vera. Voi, gli altri di turno, siete corrotti, immorali, decadenti.
Vi ricorda qualcosa? Più di una cosa. Su questo humus “fondamentalista” si spalmano poi i meccanismi politico-economici-finanziari consueti.
Il caso dell’attuale governo israeliano mostra partiti fondamentalisti nella compagine governativa. Questi partiti e gruppi, leggono il testo sacro letteralisticamente, senza alcuno sforzo interpretativo, così che il tema biblico della “terra promessa”, vissuto senza alcuna contestualizzazione storica, diviene giustificazione per l’occupazione di territori al di fuori dei confini storicamente determinati nel 1948 dall’ ONU, sia nelle diverse guerre, sia attraverso il fenomeno degli insediamenti dei cosiddetti “coloni”.
E anche il caso del Fondamentalismo islamico si rifà ad una lettura e comprensione del testo sacro, analogamente letteralistici , fino agli esiti noti.
Ma tornando allo specifico caso del rapporto tra FONDAMENTALISMO E FEDE mi riferisco alla LETTURA FONDAMENTALISTA della BIBBIA.
Per una maggiore chiarezza lascio la parola al documento L’ INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA NELLA CHIESA del 1993 della PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA.
Un VOLUMETTO che pur ridotto nelle dimensioni, è invece molto articolato e preciso e da cui estraggo il paragrafo LETTURA FONDAMENTALISTA
È da precisare che esso affronta il tema a partire dal fenomeno di una parte del mondo evangelico che in vario modo ha abbracciato la lettura fondamentalista della Bibbia, mentre un’altra gran parte non lo ha fatto (chiese protestanti storiche)
Testo:
La lettura fondamentalista parte dal principio che la Bibbia, essendo Parola di Dio ispirata ed esente da errore, deve essere letta e interpretata letteralmente in tutti i suoi dettagli.
Ma per “interpretazione letterale” essa intende un’interpretazione primaria, letteralista, che esclude cioè ogni sforzo di comprensione della Bibbia che tenga conto della sua crescita nel corso della storia e del suo sviluppo. Si oppone perciò all’utilizzazione del metodo storico-critico, così come ad ogni altro metodo scientifico.
La lettura fondamentalista ha avuto la sua origine, all’epoca della Riforma, da una preoccupazione di fedeltà al senso letterale della Scrittura. Dopo il secolo dei lumi, essa si è presentata, nel protestante simo, come una salvaguardia contro l’esegesi liberale. Il termine “fondamentalista” si ricollega direttamente al Congresso Biblico Americano tenutosi a Niagara, nello stato di New York nel 1895. Gli esegeti protestanti conservatori definirono allora “cinque punti del fondamentalismo” : l’inerranza verbale della Scrittura, la divinità di Cristo, la sua nascita verginale, la dottrina dell’esposizione vicaria e la Risurrezione corporale in occasione della seconda venuta di Cristo.
Quando la lettura fondamentalista si propagò in altre parti del mondo, diede vita ad altri tipi di lettura ugualmente “letteralisti”, in Europa, Asia, Africa e America Latina. Questo genere di lettura trova sempre più numerosi aderenti nel corso dell’ultima parte del XX secolo, in alcuni gruppi religiosi e anche tra i
cattolici.
Benché il fondamentalismo abbia ragione di insistere sull’ispirazione divina della Bibbia e sull’inerranza della Parola di Dio e sulle altre verità bibliche incluse nei cinque punti fondamentali, il suo modo di presentare queste verità si radica in una ideologia che non è biblica. Infatti essa esige una adesione ferma e sicura ad atteggiamenti dottrinali rigidi e impone, come fonte unica d’insegnamento riguardo alla vita cristiana e alla salvezza, una lettura della Bibbia che rifiuti ogni tipo di atteggiamento e ricerca critici.
Il problema di base di questa lettura fondamentalista è che rifiutando di tener conto del carattere storico della Rivelazione biblica, si rende incapace di accettare pienamente la verità stessa dell’Incarnazione. Il fondamentalismo evita la stretta relazione del divino e dell’umano nei rapporti con Dio. Rifiuta di ammettere che la Parola di Dio ispirata è stata espressa in linguaggio umano ed è stata redatta, sotto l’ispirazione divina, da autori umani le cui capacità e risorse erano limitate. Per questa ragione (il fondamentalismo) tende a trattare il testo biblico come se fosse stato dettato parola per parola dallo Spirito e non arriva a riconoscere che la Parola di Dio è stata formulata in un linguaggio e una fraseologia condizionati da una data epoca.
[18:50, 23/08/2024] Pasquale: Non accorda nessuna attenzione alle forme letterarie e ai modi umani di pensare presenti nei testi biblici, molti dei quali sono frutto di una elaborazione che si è estesa su lunghi periodi di tempo e porta il segno di situazioni storiche molto diverse.
Il fondamentalismo insiste anche in modo indebito sull’inerranza dei dettagli nei testi biblici, specialmente in materia di fatti storici o di pretese verità scientifiche. Spesso storicizza ciò che non aveva alcuna pretesa di storicità, poiché considera come storico tutto ciò che è riferito o raccontato con verbo al passato, senza la necessaria attenzione alla possibilità di un significato simbolico o figurativo.
Il fondamentalismo tende spesso a ignorare o a negare i problemi che il testo biblico comporta nella sua formulazione ebraica aramaica o greca. È spesso strettamente legato a una determinata traduzione, antica o moderna. Omette ugualmente di considerare le “riletture”di alcuni passi all’interno stesso della Bibbia.
Per ciò che concerne i vangeli, il fondamentalismo non tiene conto della crescita della tradizione evangelica, ma confonde ingenuamente lo stadio finale di questa tradizione (ciò che gli evangelisti hanno scritto) con lo stadio iniziale (le azioni e le parole del Gesù della storia). Viene trascurato nello stesso tempo un dato importante: il modo in cui le stesse prime comunità cristiane compresero l’impatto prodotto da Gesù di Nazaret e dal suo messaggio. Invece abbiamo lì una testimonianza dell’origine apostolica della fede cristiana e la sua diretta espressione.
Il fondamentalismo porta inoltre a una grande ristrettezza di vedute: ritiene infatti come conforme alla realtà, perché la si trova espressa nella Bibbia, una cosmologia antica superata, il che impedisce il dialogo con una concezione più aperta dei rapporti tra cultura e fede. Si basa su una lettura non critica di alcuni testi della Bibbia per confermare idee politiche e atteggiamenti sociali segnati da pregiudizi, per esempio razzisti, del tutto contrari al vangelo cristiano.
Infine, nel suo attaccamento al principio del “sola Scrittura”, il fondamentalismo separa l’interpretazione della Bibbia dalla Tradizione guidata dallo Spirito Santo, che si sviluppa in modo autentico in unione con la Scrittura in seno alla comunità di fede. Gli manca la consapevolezza che il Nuovo Testamento si è formato all’interno della Chiesa cristiana e che è Sacra Scrittura di questa Chiesa, la cui esistenza ha preceduto la composizione dei suoi testi. Per questa ragione, il fondamentalismo è spesso antiecclesiale, ritenendo trascurabili i credo, i dogmi e le pratiche liturgiche che sono diventate parte della tradizione ecclesiastica, così come la funzione di insegnamento della Chiesa stessa. Si presenta come una forma di interpretazione privata, la quale non riconosce che la Chiesa è fondata sulla Bibbia e attinge la sua vita e la sua ispirazione nelle Scritture.
L’ approccio fondamentalista è pericoloso, perché attira le persone che cercano risposte bibliche ai loro problemi di vita. Tale approccio può includerle offrendo interpretazioni pie ma illusorie, invece di dire loro che la Bibbia non contiene necessariamente una risposta immediata a ciascuno di questi problemi. Il fondamentalismo implica, senza dirlo, una morte del pensiero. Mette nella vita una falsa certezza, poiché confonde i limiti umani del messaggio biblico con la sostanza divina dello stesso messaggio.
23 agosto 2024 Penna a Sfera 🖊

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