
Non farò la storia del femminismo, ma solo una riflessione da donna su quello che ad oggi A.D.2024 è il punto sull’emancipazione femminile, almeno qui in occidente, nei paesi del “mondo libero”.
Se nasci donna , sai che non sarà facile essere veramente libera.
Lo impariamo presto, nasciamo già con doveri imposti da una società ancora maschilista.
Una società la nostra dove maschiliste sono anche le donne al potere, devono dimostrare di avere “gli attributi”, così da sembrare uomini, devono mostrare i denti, essere arroganti, sprezzanti.
La loro forza deve essere simile alla forza di un uomo, ne imitano gli atteggiamenti, i peggiori tra l’altro.
In questo caso una donna di potere perde una parte di sé, credo, una parte importante.
La forza di una donna, a mio parere, sta nell’essere diversa da un uomo, proprio nell’esercizio del potere.
Non dovrebbe copiare atteggiamenti maschili ma usare quello che è il suo istinto primordiale, come l’intuito e la capacità di prendersi cura degli altri.
Una donna di potere che sappia prendersi cura di ciò che amministra sarebbe una persona di grande e unico valore, soprattutto se ha ruoli politici e di governo.
Senza scopiazzare i maschi, non le serve, è molto molto più forte quando mette in campo la sua natura femminile.
Siamo libere se dobbiamo rispettare dalla nascita modelli di bellezza spesso irraggiungibili?
Non credo, passiamo la vita tra diete e bilance, sessioni di palestra, trucco e parrucco.
Per piacere a noi?
No!
Lo facciamo per piacere agli agli altri secondo canoni imposti dai media e dalle donne dello spettacolo, sempre magre , belle, eternamente giovani.
Ne discendono sofferenze, disturbi alimentari gravi come l’anoressia, che uccide!
Oppure l’obesità reattiva da fame compulsiva, come se il nostro corpo si ribellasse alle diete, alle insalate, al cibo che diventa nemico.
Noi donne guardiamo il nostro corpo e generalmente lo odiamo se non assomiglia ai nostri modelli di riferimento.
Questo fa male, molto!
La cosa che mi preoccupa da donna che ha rivendicato la dignità del proprio corpo è che il corpo di una donna dovrebbe essere strumento per “sentire” la vita, vivere la sessualità, può essere anche mezzo di seduzione consapevole.
Nulla di male in tutto questo, anzi.
Ho sempre distinto il moralismo dalla morale, sono lontana da giudizi e pregiudizi, da sempre, da adolescente.
Le lotte per la liberazione delle donne mi appartengono, cresciuta tra l’altro da un padre che voleva una figlia femmina e che mi ha educato ad essere libera, ma soprattutto libera di decidere di me stessa in autonomia.
Oggi il corpo delle donne lo vedo oggettivizzato ancora, forse addirittura più di prima.
Adolescenti bellissime pronte a fotografarsi nelle pose più languide sui social, esponendo la propria bellezza, spesso a chi ne fa un uso strumentale.
Dimenticando che quel corpo offerto non è di chi le guarda, non è bello per i likes che riceve, o, perché per strada uomini di tutte le età possano fruirne.
Quel corpo è bello perché loro sono belle e dovrebbero averne cura, non è degli altri è il loro.
L’obiettivo del raggiungimento della bellezza perfetta del loro corpo diventa lo strumento potente per soggiogarle, convincendole a raggiungere un’eterna giovinezza , a non accettare l’età che avanza, a non accettare difetti che potrebbero diventare forza.
Da qui la chirurgia estetica più spregiudicata che interviene sui corpi e sui volti delle donne anche giovanissime, tanto da farle sembrare tutte uguali.
La cultura, per una donna , quale strumento di crescita viene spesso accantonata.
La bellezza conta di più, come se ci fosse un’antitesi tra bellezza e cultura.
Ma la propaganda pubblicitaria vuole l’omologazione del pensiero femminile perché anche su quello deve fare profitto.
Bisogna vendere creme, profumi, piatti dietetici, chirurgia, etc.
Noi donne siamo in grado di fare qualsiasi cosa come gli uomini, nella ricerca scientifica e medica, nella cultura, nella politica, ma una parte della società ci vuole ancora all’angolo, drogandoci, facendoci credere che una donna senza bellezza non ha valore.
Ribadisco poi la potenza mediatica dei social media, le offese alle donne che non vengono ritenute belle (Body Shaming), anche quando sono donne di valore, capaci e competenti.
Per questo le donne vengono trasformate in clienti di prodotti di bellezza, di chirurgia estetica, le più giovani vengono sottratte alla loro autonomia di essere altro, non solo forma ma anche sostanza.
A questo punto mi viene da dire che la nostra lotta non è finita, ma è ancora in corso.
Il processo di emancipazione delle donne è stato abilmente rallentato, perché?
Perché il fine ultimo è tenerci lontane dai comandi del potere, quello vero, affinché rimanga prerogativa maschile.
Quando dico il potere quello vero intendo anche il potere dei grandi capi di governo, i grandi potenti, i signori della guerra.
Ho sempre avuto la speranza che le donne rispetto alla guerra potessero rappresentare un cambiamento.
Lo spero ancora, proprio perché portatrici di vita e di cura possono prendere le distanze dalla cultura della morte, se sapranno emanciparsi da chi le vuole modellare secondo canoni estetici e di pensiero.
Credo dunque che il percorso di liberazione debba proseguire, semmai con ancor più incisività, perché da sempre è un nostro diritto, non dobbiamo permettere che ci venga sottratto.
30 agosto 2024 🐈gattapazza

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