Serviva questo brano, questa sera.
I miracoli servono, anche quando non ci crediamo.
Possono essere miracoli “divini”, o miracoli frutto della nostra speranza.
La speranza è un luogo, un luogo intimo e personale, è il motore che ci fa andare avanti anche quando siamo stanchi e sfiduciati.
La speranza, non vuole morire, non può, il suo mestiere è quello di esistere nonostante tutto, nonostante il male che facciamo, nonostante noi,
La speranza lo sa quanto siamo deboli, ci si avvicina in punta di piedi, delicata, un soffio.
Ma quel soffio può gonfiarsi di vento, prendere forza, trascinarci anche quando le gambe non reggono, spingerci a superare le nostre paure, può farci volare in alto, molto in alto spinti da quel vento forte.
Quando questo accade, i miracoli accadono!
Con l’aiuto di Dio, o, anche dell’amore per chi non crede.
Un filosofo francese cattolico, ormai scomparso, Jean Guitton scriveva , che se mai non avesse creduto più in Dio perdendo la fede, avrebbe comunque creduto nell’amore.
La speranza allora, anche quando la sera promette una notte buia può essere lì, nell’amore, l’amore verso gli umani, la natura, gli animali.
L’amore è l’unica energia non controllabile e non misurabile, l’unica energia che può compiere miracoli, anche quando il buio è denso, cupo, risuona del rumore sordo delle bombe, intriso di odore di sangue e di morte, lui esiste, aspetta solo che noi lo riconosciamo sul volto di qualcuno, sul nostro volto.
La tristezza e lo sconforto può entrare nella nostra vita, perché la realtà può essere dura anche nel quotidiano, nel personale, non solo a causa di un mondo in fiamme.
L’amore si incarica di darci speranza, quando lo offriamo o accettiamo, prendendo la mano di una madre, di un amico, carezzando un animale, annaffiando un fiore.
Se gli diamo spazio e lo facciamo entrare allora la sera più oscura può diventare “la sera dei miracoli”.
24 settembre 2024 🐈gattapazza


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