Storie dei gatti della mia vita🐈
Ciripì

Foto di paoladark
Ciripì, il cui vero nome registrato al gattile era “Smoke”, alias “Il Principe”, è entrato nella mia vita nel 2007 e se n’è andato nel 2021, conviveva con un’alta gatta, Gorgonzola, ma che tutti chiamavamo Micipilla, detta “La badante”, spiegherò questo nome quando scriverò di lei.

Gorgonzola(Micipilla) e Smoke (Ciripì)
So bene, diamo nomi scemi ai gatti, con loro si può fare se ne fottono di queste cose, sono altro, sono in alto.
Ciripì era un gatto buono (anche se la parola cattivo non si addice agli animali), nel senso che era tenero, affettuoso, pelo di velluto e occhi bellissimi, sempre insieme a noi, in salotto, in terrazza, con Gorgonzola andava d’accordo, anche lei una gatta tenerissima.
Oggi mi trovo a combattere con Lucrezia Borgia derivata norvegese di quasi 10 chili, affatto tenera, intelligente e chiacchierona sì, ma gatta, gatta davvero, decide, ordina e dispone.
Ma torno a Ciripì, alle giornate con lui, ai miei pianti abbracciandolo, ho vissuto anni difficili con lui, ma c’era sempre.
Chi ha un animale sa, che anche nel momento più buio, quel calore, quella tenerezza che riesce a darti ti calma, lenisce, conforta.

Ciripì con me al sole in terrazza noi e la musica in cuffia, che altro?
Lo chiamavo “il gatto filosofo”, riusciva a stare tre ore sul tavolo del terrazzo a guardare il nulla, forse non era il nulla, pensavo che sentiva cose, che io non sentivo.

Ciripì e i broccoletti che adorava
Ma era un cacciatore abilissimo, fin da piccolo, pur avendolo preso dal gattile già sterilizzato, non conosceva paura camminava lungo le fioriere fino ad arrivare nei terrazzi di altri condomini, riportava giochi di bambini, dai ciucciotti a piccoli peluche, oppure entrava nelle case e si piazzava nel mezzo di un letto appena rifatto.
Diciamo che ho dei condomini gentili, mi chiamavano ridevano, oppure riportavano il fuggitivo.
Poi è passato a predare animali veri, merli, passeri, farfalle, gechi.
Questo non mi piaceva, ho fatto decine di corse con uccelli feriti alla LIPU, correvamo tutti dietro a lui quando aveva una preda in bocca cercando di salvarla, lui fuggiva come una saetta e se poteva la uccideva prima che noi potessimo togliergliela.
Ovviamente le punizioni, (chiuderlo in camera, non dargli cibo), erano ridicole, pare che il gatto cacci per insegnare a noi come si fa, la preda è un regalo, non può comprendere una punizione per questo.

Ciripì il principe addormentato nel bosco, ah no sul letto
Una volta sola ha ferito un umano, una mia vicina, un po’ particolare, quando lo ha visto arrivare sul suo terrazzo lo ha chiuso in cucina, spaventata, per potermi chiamare.
Regola numero uno, evitare di far sentire il gatto in trappola, ma lei lo ha fatto, appena rientrata in cucina Ciripì ha pensato bene di trasformare i suoi polpacci in calzini a righe fatte di graffi , ha imboccato le scale mentre lei gridava per poi rientrare da noi tranquillo e altero, (me ne fotto) appunto.
Mi ha lasciato per una lesione alla colonna, continuava a fare quello che faceva da giovane, senza rendersi conto che non era più giovane.
Giornate, quasi 40 giorni nella speranza che la colonna si rinsaldasse, lo abbiamo pulito, coccolato, lenito piaghe, lo tenevamo sempre vicino, io avevo un dolore sordo, sentivo che non ce l’avrebbe fatta, ma aveva bisogno di me, lui per me c’era sempre stato.
Finché con l’orgoglio tipico di questi meravigliosi animali, una sera si è addormentato per sempre, senza far rumore, ritornando a far parte di quella natura dalla quale era venuto.
Lo ringrazio, come ringrazio tutti i gatti che hanno accompagnato la mia vita da quando avevo sette anni.
Per aver fatto un po’ di strada insieme, avermi fatto ridere, per essere rimasto accanto a me, a volte anche accanto al mio dolore come un’ ancella silenziosa.
Ciao Principe.
27 novembre 2024 🐈gattapazza

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