Questa scena di “Natale in casa Cupiello” l’ho sempre trovata triste e divertente nello stesso tempo.
Luca, Tommasino e Pasqualino, provano a rallegrare Concetta in pena per Ninuccia la figlia, in crisi matrimoniale, intonando un improbabile “Tu scendi dalle stelle”.
L’ho vista più volte questa commedia, ci sono momenti di grande comicità ma anche di tristezza.
Il sapore dolceamaro del Natale.
Perché a Natale si deve essere felici, non sempre è così.
Ci si ritrova con il cellulare in mano a fare auguri a chi conosciamo, purtroppo anche a chi non vediamo da tempo, perché ci torna quello spirito di unione e fratellanza.
Che in realtà non c’è, almeno non c’è con tutti.
Soprattutto non c’è fratellanza nel mondo, se una fratellanza c’è è quella di Caino.
Mangeremo panettoni mentre qualcuno muore sotto le bombe, onoreremo un bambino che nasce, mentre altri saranno a brandelli a causa di un missile.
Sembra ovvio, il mio ragionamento, forse scontato.
Ma questo succede da sempre, pubblicità, lucine, presepi, regali, ci hanno indotto a credere che il Natale sia questo, le famiglie felici in case strepitose, tutti belli, tutti perfetti, chi di noi non lo è si trova a disagio.
Pare che durante le feste aumentino i casi di depressione, percepita da chi si sente inadeguato perché il suo Natale è solitario, oppure è un Natale povero , con il panettone da due euro del Discount.
Difficile sottrarsi a tutto questo, e forse è anche giusto stare con gli affetti importanti, le tradizioni hanno un loro significato, io ho rispetto delle tradizioni.
Infatti un presepe in casa mia c’è, piccolo, ha trent’anni, ho messo lucine e albero finché mia madre era in vita, anche per ricordarla quest’anno il piccolo e vecchio presepe è al suo posto in un angolo della libreria.
Mi piace guardarlo la mattina presto, quando ancora e buio, mi riporta tanti ricordi, ci sono affezionata.

Il Natale alla fine coinvolge tutti, gli auguri se li scambiano i credenti, gli agnostici, gli atei, perché siamo cresciuti tutti , almeno in Italia, tra riunioni familiari e pranzi di Natale.
E siamo più buoni, basta girare nel traffico di Roma e te ne rendi conto, gente che litiga agli incroci, sfide all’ultimo sangue per sorpassare in fila al supermercato, maledizioni lanciate ai ciclisti e ai pedoni che traversano la strada con lo smartphone sotto il naso.
I nostri meravigliosi politici, poi, il loro ghigno sembra quasi un sorriso, i naufraghi li lasceranno annegare o li deporteranno dopo le feste, gli operai spaventati dai licenziamenti saranno un problema da risolvere dopo, ora giustamente pace, bene e tranquillità.
Vogliamoci bene e soprattutto da bravi cittadini evitiamo di distrurbarli.
Ipocrisia tanta, in giro.
Terribile constatare che gli unici a non essere ipocriti saranno i potenti in guerra, che a una tregua non pensano, alla pace non pensano, uccideranno lo stesso e chissenefrega del Natale.
Abbagliati dalle lucine ci passeranno davanti notizie orribili, loro lo sanno per questo non si fermano preparando i loro missili balistici.
Loro hanno capito tutto, liberi di massacrare, mentre il nostro indice glicemico sale, salirà l’indice della loro violenza.
Che fare?
Nulla, per chi sa farlo, solo pregare.
Buon Natale!
24 dicembre 2024 🐈gattapazza

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