La Lupa.


Immagine generata con AI
Io vivo qui nel bosco insieme ad altri quattro della mia specie, ci chiamate lupi.
Io sono femmina, anche anziana e essendo la più vecchia decido io dove il branco si sposta, loro tre femmine e un maschio mi seguono perché io ho esperienza e so dove trovare cibo.
Ho avuto tanti figli e li ho tutti sfamati, ma non è stato facile.
Il bosco, mi hanno raccontato gli altri anziani, molti anni fa era solo nostro, il cibo non mancava, Si trovava qualche cervo e allora si sfamavano più gruppi di lupi, a volte una lepre, anatre, etc..
Ora è difficile avere cibo, gli umani hanno invaso il nostro territorio con le loro capanne in cemento, fanno rumore, allontanano altri animali del bosco, allontanano il nostro cibo.
Ogni giorno è difficile per noi, le lupe spesso fanno nascere i loro piccoli e noi abbiamo bisogno di far mangiare tutti loro.
Ma ora ho imparato che gli umani il cibo lo hanno e ne hanno tanto,hanno anche orti, e pollai, io sono interessata a i pollai.
I polli sono chiusi, se li assaliamo loro non possono fuggire, più facile , allora?
No! Non è facile! Perché gli umani ci odiano, io non capisco, visto che loro prendono il cibo usando uno scambio con una cosa che si chiama denaro, cosa gli importa se mangiamo i loro polli?
Possono avere i loro polli già spennati e a volte pure già cotti.
A me non interessa devo per forza prenderli, o non sopravviverà il mio branco.
Ma gli umani ci odiano, quando noi cantiamo alle stelle e alla luna imparano a trovarci e hanno tubi che fanno botti e possono uccidere.
Ci odiano per i loro polli? Ci odiano perché da millenni siamo liberi?
Dicono gli anziani che non dovrebbero ucciderci, la legge ci protegge, ma per gli umani si sa la legge è una cosa che non li riguarda, loro si fanno una legge solo per loro.
Allora ci cacciano di nascosto, anche di notte e non dovrebbero.
Ma io sono una lupa li sento e allora corro, corro insieme al branco tra i rami, nel bosco che conosco più degli umani e ci nascondiamo.
Qualcuno degli altri branchi è stato ucciso, perché devono proteggere i loro polli, eppure i loro polli sono uguali a quelli nelle buste morti nei loro negozi, che loro comprano.
Forse ci odiano perché siamo liberi ma uniti.
Si io sono vecchia ho capito, loro gli umani non conoscono come sia bello correre tra la rugiada nei boschi, annusare l’aria, dormire vicini alle stelle, loro secondo me sono in gabbia, ma credo non la vedano la gabbia.
Sui loro schermi tecnologici mettono le nostre foto, perché noi nella loro testa siamo forti, siamo belli, però nella realtà non ci vogliono.
Io sono vecchia non sono più bella come una volta, ma sono saggia e so che devo addestrare il branco a fare attenzione.
Eppure pochi giorni fa mi sono avvicinata da sola a una piccola casa con un giardino, anche con i polli.
C’era un bambino, strano, lo lasciano li e lui non ha amici è sempre selenzioso, si muove dondolando su se stesso, quando la mamma e il papà parlano con lui, lui non fa come gli altri piccoli umani non risponde, non li tocca.
Una mattina mi sono avvicinata al cancello della casa con il bambino strano, un po’ nascosta dai rami di un albero.
Lui mi ha visto , mi fissava e ha smesso di dondolare, per la prima volta ha piegato la bocca all’insù e con la mano ha fatto un segno allungandola verso di me.
Sono scappata perché ho sentito la voce del suo papà, non sia mai decidesse di uccidermi.
Io conosco la differenza tra un pollo e un bambino e non voglio mangiarlo, ma è il primo umano che non ha paura di me e sono curiosa,
Il giorno dopo torno dal bambino silenzioso, il cancello è aperto e lui mi guarda di nuovo e la bocca è di nuovo con gli angoli all’insù, allunga la mano, capisco che vuole toccarmi.
Controllo che non ci sia nessuno e mi avvicino, piano molto piano , lui mi tocca sopra il naso, ha un buon odore, non parla ma ha di nuovo quella bella piega sulla bocca.
E’ la prima volta che mi faccio toccare da un umano, ma il piccolo umano mi piace, sento che lui è come me, ha paura degli umani, vuole stare solo, forse vorrebbe stare nei boschi libero come noi lupi, si lui vuole stare libero, per questo sta male nelle gabbie degli umani.
Capisco che vorrebbe essere portato via.
No, piccolo umano non posso, non riesco più a sfamare il mio branco , non posso portarti con me anche se lo vorrei.
Sono una lupa e sono sempre stata una mamma, per me sarebbe normale crescerti anche se sei di un’altra specie, ma il bosco è pericoloso.
Sento la sua mano sulla resta e lo annuso.
Un rumore all’improvviso papà, mamma e altri umani urlano terrorizzati.
Non dovete avere paura e’ un bambino non un pollo!!! Allora fuggo.
So che verranno a darmi la caccia.
Ma non credo mi troveranno.
Stanotte il cielo e’ limpido gli altri del mio branco dormono, ma c’e’ la luna, noi lupi la chiamiamo sempre la luna, perche le siamo grati illumina il bosco, allora la chiamo ululando dicendole di avvicinarsi un po’, sono vecchia e non so per quanto tempo ancora potrò rivederla.
Un colpo sordo, tanto dolore, sento l’odore del mio sangue.
Gli umani mi hanno sentito e mi hanno sparato.
Non dovevo chiamare la luna, se non lo avessi fatto non mi avrebbero trovato.
Ma noi lupi chiamiamo la luna da millenni, lo dovevo fare, sento che la mia vita va via e sento le voci degli umani contenti, mi guardano mentre muoio, ma io non li guarderò, come sempre guardo la luna perché è l’ultima cosa che voglio vedere, forse ora andrò da lei , ho paura, troppo buio, arrivo luna, arrivo, aspettami lo sento sto correndo da te.
Libera!!!!!
6 febbraio 2025 🐈gattapazza



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