Grigio e Beeh

Immagine generata con AI
E’ ancora buio, ma tra un po’ uscirà il sole e io devo lavorare con i mei fratelli, dovremo uscire insieme a un giovane umano, il padrone lo chiama Yash.
Sì, io sono un cane che lavora, lavoro con altri sei della mia specie, il padrone quando mi chiama mi chiama Grigio, penso che forse da piccolo ero bianco, ma noi cani che lavoriamo in campagna non possiamo lavarci, dobbiamo aspettare la pioggia, va bene forse ero bianco ma ora sono grigio, allora mi chiama così.
Lavoro con altri animali con il pelo riccioluto che il padrone chiama pecore, io l’ho sentito dire agli altri lavoratori umani, spesso urlando, “non sono solo pecore, sono soldi”, che poi io cosa sono questi soldi non l’ho capito, ma devono essere importanti.
Ho capito anche dalle parole del padrone che io sono un cane pastore, faccio il lavoro che fanno anche gli uomini pastore, porto le pecore a mangiare sopra le colline verdi, loro mangano erba, e noi cani pastore dobbiamo farle andare tutte insieme, perché se ne perdiamo una il padrone si arrabbia e si arrabbia anche con il pastore umano.
Non sono né giovane né vecchio, ma ho sempre fatto questo, perché so che alla fine della giornata avrò la mia ciotola di cibo e qualche avanzo di quello che mangiano i padroni.
Il pastore umano che adesso lavora con noi si chiama Yash, magro molto magro e giovane, ha in testa peli neri neri e lucidi, il colore della pelle un pò più scuro dei padroni, occhi grandi come i miei e dei miei fratelli, grandi, neri, lucidi e buoni.
Anche lui lavora per controllare le pecore e alla fine quando torniamo al tramonto avrà la sua ciotola di cibo.
La sera spesso sono stanco, le pecore sono tante, fanno tutte lo stesso suono “beee beeee beeee”, e camminano in cerca di erba verde, quando la troviamo loro mangiano e noi cani e Yash possiamo sederci e riposare.
Yash si mette sotto un albero e mangia, ma io devo essergli simpatico mi chiama , Griciooo, Griciooo e mi dà un po’ del suo cibo, io sono contento anche se devo guardare le pecore e non posso perdere tempo. A volte sotto l’albero lui parla con una scatola sottile e luminosa , usa la sua lingua credo parli con qualche umano del suo paese, ride, qualche volta non ride.
La vita è sempre uguale tutti i giorni. Un mese fa alcune pecore hanno fatto delle pecore piccole piccole, e danno loro il latte, ma io ne ho vista una strana, molto strana.
Lei ancora piccola piccola non prendeva il latte solo dalla sua mamma, ma correva a volte rotolando sull’erba a bere il latte anche delle altre mamme, poi si fermava e mi guardava e guardava Yash.
Gli umani chiamano gli umani strani, “matti”, credo che la piccola pecora sia matta, Yash la guarda e mostra facendo un suono strano i suoi denti bianchi, Beeh che è il nome che ho dato alla pecora matta, lo fa ridere.
Beeh sta crescendo e ci fa faticare molto e anche Yash ogni tanto si arrabbia, esce dal gruppo delle altre pecore , ora è più grande, vuole allontanarsi, qualche giorno fa con i miei sei compagni di lavoro e con Yash l’abbiamo inseguita scendendo dalla collina, l’ho ripresa.
Lei mi guardava e ha cominciato un beee beee beee continuo.
Ma io lavoro e Beeh anche se è matta deve capire, devo mangiare, anche Yash deve mangiare, ognuno ha un compito, io sono un cane pastore, Yash è un umano pastore, lei deve fare la pecora e andare con il gregge.
Dopo una forte pioggia, una mattina siamo usciti io Yash i miei fratelli e le pecore, perché dopo la pioggia c’è l’erba fresca per loro. Eravamo tranquilli, Yash seduto parlava con la sua scatola luminosa, io ero seduto a riposarmi , qualche mio fratello dormiva, le pecore tranquille mangiavano.
Ho sentito un pò d’aria vicino e ho visto Beeh la pecora matta passarmi accanto e correre correre sopra la collina verso il bosco.
Ho abbaiato fortissimo, Yash ha smesso di parlare, dovevamo riprendere Beeh, altrimenti il padrone non ci avrebbe più dato ciotole di cibo.
Solo io e un mio fratello cane pastore abbiamo inseguito Beeh, ma era quasi sera eravamo stanchi, Yash era magro, forse nemmeno così forte e io che lavoro sempre anche, Beeh al tramonto era ormai vicina al bosco sulla collina.
Si è fermata e ci ha guardato, non ha fatto beee beee, guardava me e guardava Yash.
Io so che nel bosco ci sono altri miei fratelli che non hanno padrone, voi umani li chiamate lupi, loro non hanno nessuno che gli dia una ciotola di cibo, allora a volte rubano e mangiano le pecore.
Io e Beeh siamo animali, non siamo umani, anche gli umani non parlano la stessa lingua e anche noi animali non parliamo tutti la stessa lingua, avrei voluto dire a Beeh che nel bosco li avrebbe incontrati, e che forse l’avrebbero mangiata.
Poi ho pensato che tante pecore il padrone le porta via e non le vediamo più, non sappiamo se le vende, se le mangia, non sappiamo noi cani dove vanno.
Io e il giovane pastore umano Yash ci siamo guardati, occhi neri e grandi lui , occhi neri e grandi io, non ci siamo parlati ma ci siamo capiti.
Beeh era felice e voleva andare sola nel bosco, il vento le arricciava i riccioli più del solito e stava facendo buio, ma io ho sentito quello che Beeh pensava, sì l’ho sentito , lei non voleva lavorare come me e Yash, fare tutti i giorni la stessa cosa ammucchiata con le altre pecore, mangiare l’erba ed essere rinchiusa la sera.
Beeh era matta, allora preferiva andarsene sola e girare nel bosco, come voleva lei, anche se i lupi avrebbero potuto mangiarla, ma era quello che voleva.
E sei lo voleva io e Yash glielo avremmo lasciato fare, lei avrebbe provato quello che noi non conosciamo, avrebbe provato a mangiare quando voleva, a camminare quando voleva, a dormire quando voleva, anche se poteva essere uccisa dai lupi.
Ho pensato che le pecore fossero più stupide dei cani e degli umani pastori, ma Beeh era diversa, lei sapeva quello che voleva.
Yash mi ha detto , “Gricioo che dici lasciamo lei andare via?”
Sì Yash lasciamola andare via, almeno lei può farlo.
Beeh ci ha guardato di nuovo poi è scomparsa nel bosco, ma è sera e fa freddo riportiamo il gregge dal padrone, speriamo che non si accorga che la pecora matta è scappata, se se ne accorge noi faremo finta di non sapere niente, io e Yash faremo finta di niente.
Prima di addormentarmi ho sentito flebile un beeee beeee dal bosco, forse era Beeh, forse salutava noi, forse salutava le stelle, forse salutava la sua nuova vita.
Avrei voluto essere un cane matto, così non avrei passato la mia vita pensando che domani sarà uguale a oggi, non avrei avuto paura del mio padrone, non avrei avuto paura di niente come Beeh.
23 febbraio 2025 🐈gattapazza


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