“8 marzo il grande bluff”

“NON POSSIAMO ESSERE SEMPRE BUONE”
Non sopporto questa giornata, da anni, è diventata come la festa dei nonni, della mamma, delle zie, dei cani, dei gatti, dell’ambiente, etc.
I social e le strade si riempiono di mimose e fiori e cuori inviati da whatsapp da donne ad altre donne, per dimostrare una “sorellanza” che non esiste.
Abbiamo la libertà che tutto sommato solo in parte ci siamo conquistate, poi questa libertà ci è stata sistemata e regolata da altri.
Perché la libertà va irreggimentata dal potere, in parte ci siamo cascate.
Fingiamo di essere libere e indipendenti ma le giovanissime donne e le donne più avanti con l’età sono ancora ferme a considerare importante un modello di bellezza che per molte è irraggiungibile.
Pronte a competere per la conquista di un maschio, mandando a farsi benedire qualsiasi sorellanza.
Allora vedi per le strade strane figure di ragazze di 36 chili, di donne botulinate irriconoscibili, occhi stralunati, labbra fuori misura.
Le donne grasse, vecchie, con le rughe, sembrano apparizioni fuori dal mondo.
Molte di noi ancora cercano lo sguardo di un uomo che le gratifichi, che ci può stare ed è giusto nel gioco dell’eros e dell’attrazione, ma non è indispensabile alla nostra autostima.
La gabbia, amiche mie è ancora chiusa, in quella gabbia siamo rimaste, appese alla bellezza, sommerse e angosciate dalla vecchiaia.
Andiamo in giro parlando della nostra indipendenza, che non c’è , semplicemente perchè in parte è una concessione.
Nessuna libertà viene concessa da altri, la libertà, come accade con le rivoluzioni (parola che terrorizza), la ottengono e la gestiscono coloro che l’hanno conquistata.
Ma soprattutto in questo momento le donne le vedo arrese, ci siamo arrese, siamo stanche, perché ogni centimetro della nostra dignità ce lo dobbiamo prendere con fatica, ogni giorno, al lavoro, in casa, nelle relazioni con gli altri.
Dovremmo essere in grado di rivoltare i modelli imposti dalla società , imposti dagli uomini, ma anche da noi stesse.
Ribaltare il tavolo e uscire dal gioco.
Perché non è il nostro gioco, le carte non le stiamo dando noi, il gioco è truccato , è un bluff.
Ci sono incappata anche io in questo gioco, a volte mi rendo conto che devo piacere, fare la simpatica, compiacere.
Visto che il cambiamento inizia anche dai comportamenti personali, devo fare uno sforzo, togliermi l’armatura della donna che sa stare al mondo, diventare la “persona” che sono, togliere la maschera e il sorriso stampato, usare la mia follia per stare sulle palle a molti, piacere a pochi, piacere a me.
Guardarmi allo specchio e perdonarmi gli anni che passano, le mie rughe, mangiare un gelato in pace, se la bellezza se ne sta andando non voglio inseguirla, la mia stagione è un’altra.
Ho fatto le mie battaglie quando questa giornata era altro, giovanissima e piena di speranza, ma stiamo arretrando, non sarà una legge sul femminicidio a farci credere che siamo avanti, no, stiamo tornando indietro, il gioco è truccato.
Perciò stamattina, senza trucco e parrucco, prenderò il mio sacco e andrò in piscina, mi dicono che serva a scaricare rabbia.
“Io non sono sempre buona”, soprattutto spesso la mia parte folle prende il sopravvento, ed è la mia salvezza.
Tolgo la camicia di forza, indosso il costume e vado, pensando e sperando che se non ci riusciranno le donne della mia generazione a chiudere la partita , ci riescano le più giovani.
Speranza, non ci resta altro, a parte continuare a fare il nostro, poco ma farlo, sempre, provare a riaprire la partita, togliendoci la benda dagli occhi.
C’è ancora molta, molta strada da fare, tenendo d’occhio le gabbie invisibili pronte a circondarci, il secondino che chiude la gabbia spesso è sorridente e benevolo, (spesso il secondino siamo noi stesse), chiude quella gabbia come chi ci sta facendo un favore.
Nessuno ci farà favori, non ci servono favori, dobbiamo “prendere” quello che è nostro, sempre, ovunque, ogni giorno.
Buona vita a tutte!!!
8 marzo 2025 🐈gattapazza


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