
Tolgo la camicia di forza e un po’ di sentimentalismo, come tutti i matti ho frequenti cambi d’umore.
Ma dove “mazzo” viveva il nostro Presidente che ieri si é ricordato che i salari non consentono di vivere.
Poi parliamo di chi un salario ce l’ha, perché dopo la pandemia molti non ce l’hanno più, se ce l’hanno e’ un salario miserabile.
Ma c’è l’assegno di inclusione.
A meno che non sei uno col SUV intestato alla nonna defunta che furbamente lo aggiunge ai suoi redditi in nero, sei veramente povero!
Ci provi Presidente a vivere, pagare un affitto e curarsi con circa 700 euro al mese.
Ci provi a superare la vergogna e ad andare a prendere “il pacco” alla Caritas.
O a lavorare in un call center in un grande stanzone , o a girare in bicicletta per portare da mangiare a chi festeggia a casa, o a stare in ciabatte su un ponteggio per rischiare di schiantarsi al suolo magari per ottocento euro.
Provateci voi deputati e senatori col vostro brutto culo incollato alle poltrone che occupate da venti o trent’anni.
Il popolo vi elegge, certo, un popolo sfinito eleggerebbe pure l’Uomo Ragno, che poi è un supereroe, peccato che non esista.
Poi vi prende il panico se si nomina “la rivolta sociale”, tranquilli! Chi non ce la fa a campare non ha forza per nessuna rivolta.
I poveri, perché si chiamano così, non hanno energie, quindi rilassatevi.
Avete una parte di italiani stremati e stanchi, angosciati dai debiti e dalle bollette.
Esistono veramente presidente, non sono una chimera, faccia un giro nei mercatini dove le persone comprano magliette usate a 50 centesimi, aspettano la chiusura per comprare a poco prezzo scarti di frutta e verdura.
Io li vedo, lei no?
Sono italiani!!! I…taliani!!! Poi dovrebbero cantare l’inno nazionale per la patria con la mano sul cuore mentre i potenti lo cantano con le mani sul portafoglio.
Ma alla fine i poveri sono numeri, statistiche, sono gli altri, ma siamo anche noi, che anche senza pacco Caritas, dobbiamo tenere i conti e rinunciare a qualcosa, magari perché devi pagare una visita medica urgente, e siamo pure quelli fortunati.
Ma lei come gli altri legge le statistiche che sono cosa fredda, il buon Trilussa lo sapeva.
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La Statistica di Trilussa
Sai ched’è la statistica? È ’na cosa
che serve pe’ fa’ un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe’ me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pe’ via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
secondo le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due.
30 aprile 2025 🐈⬛gattapazza

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