
Immagine generata con AI
Un piccolo balzo nei ricordi, siamo intorno agli anni ’90, avevo lasciato l’Università (ultimo anno) per collaborare con mio padre che aveva iniziato a mettere in piedi una piccola, che poi è diventata grande attività.
Avevo mantenuto delle amicizie, soprattutto con Sibille, che chiamavo Sibi, era tedesca, bella, intelligente ed era un’amica.
Ricordo ancora che prima che tornasse definitivamente in Germania eravamo andate a vedere il film “Philadelphia”, dove abbiamo versato così tante lacrime da ottenere un balzo delle azioni della Kleenex.
Qualche anno prima frequentavo anche dei ragazzi universitari tedeschi, suoi amici, che erano a Roma per approfondire arte e architettura per i loro studi.
Era bella quell’epoca di respiro europeo e di incontri era bella!
Una sera a cena nella casa dove vivevano a Roma, tra un pò di vino e una birra, ridendo come matti, perchè loro in maniera molto simpatica adoravano la mia gestualità, così italiana, la mia mimica, noi italiani siamo imbattibili in questo e cercavano di imitarmi, disegnando con le mani le loro parole, ci provavano ma non ci riuscivano.
Ad un certo punto, forse per colpa della birra, (io sono quasi astemia), ho iniziato a parlare di mio nonno, nobile pecoraro abruzzese e partigiano, raccontando di quanto amasse togliere i bulloni dalle camionette dei tedeschi di notte, nella speranza che gli stessi quando affrontavano i tornanti di montagna precipitassero nel vuoto.
Silenzio, un silenzio vuoto di parole e perfino di respiri.
Sibi mi guardava con dolcezza ma anche con una piega amara sulla bocca, uno dei ragazzi, perdonate non ricordo il nome in un buon italiano ha detto una frase che ho stampato in modo indelebile nella memoria:
“Paola, tu puoi parlare di tuo nonno, si vede che sei orgogliosa, noi ancora non possiamo parlare dei nostri nonni o almeno molti di noi, perchè o erano soldati che obbedivano a Hitler, o, addirittura erano delle “SS”, quando giriamo l’Europa o altri paesi e ci riconoscono come tedeschi abbiamo la sensazione di leggere nella mente di chi incontriamo, quello che leggiamo è qualcosa di brutto, anche se noi non siamo i nostri nonni, ci portiamo una macchia addosso che non se ne andrà mai!”
Aveva occhiali sottili, faccia giovane e perbene, lo sguardo triste , gli ho detto che lui non aveva colpe per quello che avevano fatto i suoi nonni, ma la sua faccia è rimasta triste, tant’e’ che mi sono affrettata a cambiare argomento.
Ci riflettevo oggi, rispetto alle guerre orrende scatenate nel mondo, un pensiero va in particolare a Israele, al genocidio (inutile addolcire il nome) che il governo israeliano sta compiendo e come negli anni del nazismo con una strana condiscendenza internazionale.
Faremo tutti i conti con quello che sta accadendo, ma il conto più salato oltre ai palestinesi, lo pagheranno le future generazioni di ebrei , di israeliani, che verranno ricordati non più per il terribile olocausto che li ha visti vittime, ma per il massacro che il governo di Netanyahu sta portando “a termine”, come per gli ebrei siamo alla “soluzione finale” per il popolo palestinese, senza che le grandi potenze muovano un dito.
C’è stato il 7 ottobre, è vero,orribile, visto che a pagare sono stati civili inermi, ma mi sembra di ricordare la regola dei nazisti, per ogni nazista morto dieci morti dell’altra parte, come alle Fosse Ardeatine, dove tra l’altro è sepolto il padre di mio zio.
Direi che in questo caso la proporzione è diversa.
Nessuna azione compiuta in questa epoca rimarrà cristallizzata nel qui e ora, sarà come un sasso in uno stagno gigantesco che muoverà acque di odio senza fine sulle future generazioni.
Perchè da sempre “le colpe dei padri ricadono sui figli”!
22 maggio 2025 🐈gattapazza


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