Si resta come cavalli abbattuti,
a respirare polvere in terra,
soffiando e scuotendo la testa,
cercando di rimettersi in piedi,
muscoli che fanno male,
fiato che manca e si fa sospiro,
vene che si gonfiano nello sforzo,
per alzarsi di nuovo,
riprendendo un passo lento,
incerto e traballante
come quello di un bambino,
che non sa dove andare,
che cerca una mano che lo sostenga,
perché quel sospiro diventi respiro forte,
come vento di maestrale,
che spinga di nuovo le gambe verso la corsa,
che spinga la testa dalla polvere al cielo.
21 settembre 2025 🐈⬛gattapazza


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