Troppo presto perché il giorno si riveli,
con i suoi affanni, le voci, i motori,
bambini e cani tra poco verso la scuola o un parco,
le notizie che infieriscono sull’anima,
lasciandoci immobili e assuefatti, davanti al tempo,
che scorre comunque,
non si ferma ad aspettarci,
segue testardo avanzando come le dita su un rosario,
ogni ora richiederebbe una preghiera,
ogni attimo richiederebbe una preghiera,
tendo la mano verso un Dio invisibile e desiderato,
cercando ascolto e medicamento,
per anime senza pace,
per me che attendo una luce,
l’alba che arriverà segue quella preghiera,
che è nel tendere la mano verso un infinito,
che non regalerà certezze,
l’unica realtà sarà in quella richiesta,
che è viva, vera e sembra un canto bambino,
parte da un respiro leggero,
che si fa musica o silenzio.
29 ottobre 🐈⬛gattapazza


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