Devo, devo parlare di me.
Uso il blog come fosse un diario, su un diario si appuntano anche le riflessioni.
Tra i tanti miei difetti, c’è quello di voler piacere agli altri, non perché voglia ricevere complimenti o altro, per un motivo semplice semplice.
Sono figlia unica e ho già raccontato la mia infanzia, non serve uno psicologo per capire che io “vivo” di relazioni con gli altri.
La mia vita in parte l’ho dedicata alle amicizie, ai rapporti umani.
Fin qui tutto bene, ho amici, vivo l’associazionismo e l’attivismo, questo ingrandisce il bacino delle amicizie più o meno datate e storiche.
Ho fatto in modo che la mia vita sia piena di relazioni, tanto che ogni giorno potrei viverlo insieme ad altre persone.
Ma si invecchia e si riflette.
Mi sono accorta che a volte ho dovuto rinunciare ad essere me stessa, che vuol dire essere anche spiacevole, per giungere a compromessi, per non allontanare le persone.
Purtroppo un po’ di “intruppi”legati alla salute mi hanno costretto a fermarmi un po’.
Io ho spinto ancora di più la chiusura per sperimentare giornate “da sola”.
Qualcosa è scattato, dovevo mettermi alla prova, giornate lunghe, riposo, un po’ di nuoto la mattina e via le mani dallo smartphone, addirittura lo spengo il pomeriggio, non lo silenzio.
E’ andata bene, un po’ di tristezza iniziale, la paura che le persone si allontanino se non le frequento e sento spesso.
Che si allontanino, e’ l’ora del setaccio.
Lo diceva il mio professore di Antropologia, arriva un momento nella vita che le persone come la farina vanno messe in un setaccio e scosse, allontanarsi può essere un modo, se quando ti riavvicini le ritrovi vuol dire che il setaccio ha selezionato le persone con le quali il rapporto è vero e solido.
Allora devo provare a non compiacere per piacere, mi capita anche qui sul blog, evito commenti forti per non chiudere dialoghi con blogger che pure seguo con piacere.
Ma non va bene così, quella non sono io, se continuo a mediare.
Un po’, lo so, si deve fare, sono intollerante agli scontri virtuali sui social e sul blog.
Li evito, come li evito con gli amici, ma quello che si pensa va espresso, se non piace, pazienza!
Questo periodo di isolamento a volte forzato, mi ha convinto a essere meno accondiscendente, per riappropriarmi della mia faccia, la mia faccia non sempre sorridente, a volte incazzata, qualche volta sgradevole, ma è la mia, rughe annesse.
La conclusione?
La paura di stare soli può portare a troppi compromessi, che poi si pagano perché non siamo stati leali con noi stessi e con quello che siamo veramente.
Tutto qui!
30 novembre 2025 🐈⬛gattapazza


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