Racconti randagi (4)

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Kika

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Kika

Era tigrata piccola, pelo semilungo rossiccio, magra molto magra, vive vicino a una scuola primaria, il racconto di Kika inizia da qui.

La signora col camice blu che tutti chiamano Rosaria so che sta arrivando come tutte le mattine a portare cibo croccante a me e agli altri uguali a me, che sono quattro, perché’ noi viviamo in zona, quando Rosaria finisce di usare la sua stoffa bagnata per lavare viene da noi.

Cerco di sbrigarmi a mangiare perché sono magra e femmina il gatto maschio di quella cosa che Rosaria chiama colonia che lei chiama Micio è grosso sempre spatrugnato, e mangia quasi tutto. Mi fermo sempre a guardare i piccoli umani che vanno e vengono dalla scuola, non sempre mi trattano bene, a volte io mi avvicino contenta per essere accarezzata e loro mi tirano la coda, qualcuno mi ha dato anche qualche calcio, lasciandomi senza fiato.

Rosaria dice “sono bambini” ancora non capiscono e si inchina verso di me e mi fa i grattini in testa.

Una mattina però è successa una cosa bella, un piccolo umano che vedevo sempre, capelli neri occhi grandi, un po’ meno magro di me mi fa tanti grattini poi mi abbraccia forte, dalla cosa che cammina col motore scende la sua mamma ,viso dolce capelli quasi del colore dei miei peli, e una piega all’insù bella della bocca. Il piccolo umano che poi saprò si chiama Tommaso dice alla mamma, che poi saprò si chiama Anna di prendermi e portarmi a casa con loro e saprò anche che mi chiameranno Kika. Anna dice a Tommaso che non si può perché lei lavora, poi l’impegno, io non so cosa è l’impegno e poi ha detto “lo sai che papà non vuole animali”.

Io sarei un animale, credo che anche Anna Tommaso e papà siano animali, ma senza peli e camminano solo con le zampe di dietro.

Ora sono nella cuccia, che loro chiamano casa, di Anna Tommaso e papà Carlo. Sto bene qui molto bene, la mattina ho le mie crocchette e con Tommaso giochiamo, io gli insegno a rincorrere palline di carta, poi tutti vanno via, mi allungo su un divano morbido e li aspetto.

Papà Carlo non sta bene è molto nervoso, a volte mentre loro mangiano lui batte forte con le mani sul tavolo e Tommaso mi prende di corsa e si chiude in camera. Chissà quale malattia ha papa Carlo?   Poi ho visto che qualche volta Carlo non batte le mani e i pugni sul tavolo, batte i pugni e le mani addosso a Anna, Anna piange, gli dice sempre “fermati”. Tommaso urla e piange mi stringe forte si chiude in camera.

Una mattina ero in cameretta con Tommaso, nessuno usciva doveva essere quel giorno che gli umani chiamano domenica.  Ho sentito tanta confusione papà Carlo urlava, la mia Anna ancora di più e piangeva, ma era molto forte il rumore. Allora sono uscita dalla cameretta e ho visto Carlo usare il ferro con cui taglia il pane per infilarlo sulla pancia tante, tante volte.

Tommaso piangeva chiuso in camera lui era un piccolo umano non poteva aiutare Anna.

Tutto quel nervosismo lo sentivo ad ogni urlo tremavano le mie vibrisse e il pelo era ritto come quando avevo paura di qualcosa. Anna era per terra, Carlo non c’era più, mi sono avvicinata e Anna aveva addosso tanto liquido rosso come quello che il gatto Micio ogni tanto aveva sul muso. Ho strofinato il muso sul viso di Anna, non era calda come sempre.

Sentivo l’odore di quel liquido rosso che si chiama sangue e mi sono venuti i brividi, quell’odore per me non era nuovo, io lo conoscevo, credo che gli animali della mia specie lo conoscano, Tommaso una volta mi ha fatto vedere sulla ”scatola che parla” dei gatti grandissimi e bellissimi che lui chiamava tigri che facevano quello che ha fatto papà Carlo, inseguivano un animale più piccolo e con artigli e grandi denti gli facevano uscire il sangue e poi li mangiavano.

Sono rimasta lì Tommaso piangeva piano nella stanzetta.

Sono arrivati dei signori vestiti di blu e altri con le tute bianche, erano tutti intorno ad Anna che non si muoveva più. Hanno preso Tommaso e lo hanno portato via coprendogli gli occhi. Parlavano tra loro dicendo che delle volontarie mi avrebbero preso.

Ma io volevo stare con Anna, magari si sarebbe svegliata.

Carlo era sempre arrabbiato, ma lui aveva il cibo a tavola, perché aveva fatto come le tigri e aveva ucciso Anna se non l’avrebbe mangiata? Dicevano una parola “femminicidio”, che è una cosa che succede alle femmine, come me. Da allora ora ho paura, io sono femmina può succedere che qualche animale mi uccida, anche se non ha fame? Vorrei tornare alla colonia con Micio. È grande grosso e spatrugnato, mi ruba le crocchette, ma “sento” che lui non mi ucciderà.

16 novembre 2024 🐈gattapazza


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29 risposte a “Racconti randagi (4)”

  1. Avatar marcello comitini

    Bel racconto. Dolce e triste, ma purtroppo vero.

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    1. Avatar gattapazza

      Grazie Marcello sei gentilissimo ❤️❤️❤️❤️🐈‍⬛

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      1. Avatar marcello comitini

        Il racconto è bello e le mie parole sono manifestazione d’apprezzamento.

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      2. Avatar gattapazza

        Grazie ❤️❤️❤️❤️

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  2. Avatar valy71

    È un racconto molto bello ed aderente alla triste realtà.
    Grazie Paola, buona serata ❤️❤️❤️❤️🐈‍⬛

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    1. Avatar gattapazza

      Grazie 🙏 a te Valy buona serata 🌹🐈‍⬛❤️

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  3. Avatar unallegropessimista

    Triste storia

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  4. Avatar Evaporata

    ❤️

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  5. Avatar
    Anonimo

    Siamo tutti animali, ma noi, gli umani, uccidiamo per piacere…triste storia vera 💝🐈‍⬛🐈

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    1. Avatar gattapazza

      Grazie per il commento, i fatti sono quelli che descrivi tu, buona giornata 🌹🐈‍⬛

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  6. Avatar Paola Stella

    🎀 La vicenda e’ brutta anche se il racconto e’ carino ~ Io credo comunque che l’uomo non uccida da un giorno all’altro ~ La donna dovrebbe avere la forza di lasciarlo al primo atto di violenza ~ Ma sembra che non accada quasi mai.

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    1. Avatar gattapazza

      Non accade infatti per via di un amore malato e patologico, prenderne le distanze è difficile 😣 🐈‍⬛❤️

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  7. Avatar almerighi

    E’ un racconto bellissimo, tremendo, commovente. Grazie

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    1. Avatar gattapazza

      Grazie Flavio🙏🌹sono molto contenta che ti sia piaciuto 🐈‍⬛❤️❤️

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      1. Avatar almerighi

        di questi Racconti Randagi apprezzo molto la capacità di immedesimazione nella mentalità felina e/o canina, vedono il mondo con gli occhi di un bambino e lo sanno giudicare, molto belli tutti

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      2. Avatar gattapazza

        Grazie ancora ❤️🐈‍⬛ far pensare un’animale come un bambino l’ho trovato l’unico modo per farne testimoni della nostra vita.
        Non riesco a semplificare tutto il linguaggio ma mi
        piace provare.
        Grazie grazie grazie 🌹❤️❤️❤️

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  8. Avatar marzia

    La tristezza di questa narrazione non fa ombra alla tenerezza che questo gatto provoca nell’anima e ci permette di godere la tua capacità di raccontare dalla parte dei mici la vita degli umani. ❤️

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    1. Avatar gattapazza

      Sai era tempo che volevo scrivere questi racconti per conto mio, poi ho aperto il blog e ho trovato la spinta per iniziare, grazie Marzia❤️❤️❤️🐈‍⬛

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  9. Avatar vengodalmare

    Tenerissimo, dolcissimo e triste come è triste per gli animale e le persone. Bravissima sei nel descrivere la mentalità felina, sei un vero gatto!! Grazie.

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    1. Avatar gattapazza

      In un’altra vita sicuramente, ma nei miei racconti metto anche i cani , poi chissà.
      Grazie del tuo apprezzamento, sei molto gentile ❤️❤️❤️❤️🐈‍⬛

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  10. Avatar Nemesys

    Bello questo racconto che purtroppo rispecchia la realtà. ma tu hai saputo renderlo nonostante tutto, delicato certo, inizialmente credevo fosse una trama a lieto fine 😒 Buona serata Paola 🍁

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    1. Avatar gattapazza

      Lo pensavo da giorni sapendo già di cosa volevo parlare, usare gli animali come spettatori della nostra vita mi aiuta a descrivere anche cose dolorose 🙂🐈‍⬛❤️

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  11. Avatar elisafalciori rg.

    Toccante, mi ha emozionata! ❤️

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  12. Avatar
    Anonimo

    Commovente, tragico e purtroppo attuale più che mai. Ma il tuo racconto, filtrato attraverso la sensibilità di un micio, acquista comunque una certa leggerezza pur nella sua drammaticità. Scrivere sicuramente è nelle tue corde. Leggerti è come “vedere” ciò che racconti. Sei la mia “amica geniale”. ❤️

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    1. Avatar gattapazza

      Grazie ❤️, sono contenta ti sia piaciuto e so quanto tu sia sensibile al l’argomento, ti abbraccio 🌹🐈‍⬛❤️❤️

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  13. Avatar worldphoto12

    BUONA SERATA

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  14. Avatar
    Anonimo

    Dieci anni fa, stavo per investire una microscopica gattina. Dopo una brusca frenata in curva, scesi dalla macchina e, sotto la pioggia, afferai da dietro la ruota di un’auto parcheggiata una pallina di pelo, con due orecchie lunghe, simili a quelle di un’entità exstraterrestre. Una signora, che dalla finestra aveva osservato la scena, si affacciò dicendomi che, se l’avessi lasciata lì, sarebbe sicuramente morta. Portai a casa quei due occhietti cipicchiosi, ma, dopo un paio di giorni, mi accorsi di essere allergico: mal di gola, occhi rossi, starnuti continui… Negli anni la situazione è un po’ migliorata, e ora siamo qui, ne abbiamo passate tante, ma sono felice di fare un pezzo di strada insieme a questa piccola luce magica, assai più sveglia di me, che spesso mi ha reso la vita più leggera. Un abbraccio Gattapazza. Auguri!

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    1. Avatar gattapazza

      Buon anno a te, un incontro così non è casuale, molti miei gatti li ho incontrati per caso, poi restano e fanno un pezzo di vita con noi, compagni silenziosi ma riempiono casa e vita 😊🐈‍⬛❤️❤️❤️

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    2. Avatar gattapazza

      Ho letto ora il tuo commento, gli incontri con un animale sono sempre casuali, anche se io penso che c’e’ un motivo, avevi bisogno di lei. Scusa il ritardo nella risposta🐈🌹

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